Continua la bottinatura in pianura e in collina. Si sorvegliano i melari, e se ne aggiungono dove serve.
Ci si può preparare a raccogliere il castagno.
A seconda dei capricci del tempo, l’apicoltore dovrà scegliere se prediligere i raccolti di montagna, in zone più fresche e umide, quali il castagno, il tiglio e i pascoli alpini o rimanere a quote più basse sulle foraggere e la miriade di essenze spontanee dell’estate che inizia per la produzione del miele millefiori, il miele che più di ogni altro è la fotografia di un luogo e di un tempo, una vera e propria carta d’identità di un territorio tracciata attraverso milioni di gocce di nettare raccolte dalle api in un mix unico ed irripetibile.
Se produce anche polline, non ha dubbi: a meno di situazioni eccezionali, non rinuncia al raccolto sul castagno, che dà in abbondanza un polline molto apprezzato e richiesto. Vive col naso al cielo e un occhio al bollettino meteo cercando di cogliere i segnali della natura che gli suggeriscano le scelte giuste, consapevole che un abbondante raccolto non è solo un vantaggio per la propria attività, ma fonte di vitalità, salute e benessere per le api. In azienda, nel frattempo, hanno inizio le operazioni di estrazione dei primi mieli primaverili, lavoro che continuerà in parallelo all’attività in apiario per tutta l’estate fino alla fine dei flussi di raccolto.
Fiorisce l’eucalipto, l’acacia, il castagno, il timo, i trifogli, la veccia, la lupinella, la galega, il rovo, la salvia, la lavanda, l’ippocastano, la facelia.