Aumentano le giornate di sole, durante le quali le api volano in cerca di polline e di acqua per la prima covata che all’interno dell’alveare comincia a svilupparsi. Nei pressi dell’apiario colloca un abbeveratoio contenente un cucchiaio di sale da cucina sciolto in 5 litri di acqua. Questo perché le api non si allontanino troppo dall’apiario in cerca di sostanze minerali e rischiando così di non rientrare a causa del freddo. Se alla fine del mese sono presenti fioriture (come l’erica) è utile portare le arnie a bottinarle per fortificare le famiglie.
Le prime fioriture regalano il polline necessario ad alimentare la covata e iniziano a nascere le giovani api che daranno il cambio a quelle che hanno resistito per tutto l’inverno. Nelle giornate soleggiate con temperature superiori al 12-14°C è possibile visitare rapidamente gli alveari per controllare ancora che le scorte di miele presenti siano sufficienti ed eventualmente sopperire con del nutrimento. All’orecchio attento dell’apicoltore sarà possibile individuare le colonie orfane: all’apertura dell’arnia, infatti, le famiglie rimaste malauguratamente senza regina si riconoscono da un differente brusio che assomiglia ad un richiamo o a un pianto. Con gesti esperti saprà, quindi, riunire queste colonie con quelle più deboli dell’apiario ma provviste di regina giovane, in modo da dare a queste ultime un’iniezione di energia.
Fiorisce il mandorlo, il rosmarino, l’erica, il tarassaco, la rapa, i cavoli e la colza.